Credo che il convegno, organizzato ieri dall’ associazione Casaleggio, segni un cambio di passo ed un segnale di maturità per tutto il M5S, ma anche per il Paese. A maggior ragione se, come annunciato, verrà replicata e sviluppata nel tempo.
Servirà ad aumentare la credibilità, la sostanza dei contenuti programmatici utili al Paese anche nella prospettiva di un possibile governo nazionale. Servirà alla base e, soprattutto, ai suoi portavoce in parlamento, per integrare ed arricchire il programma ancora incompleto in alcuni settori Servirà soprattutto come strumento culturale per una visione più ampia ed avanzata che sappia unire le competenze dell’intelligenza collettiva esterna alla crescita degli iscritti e dei portavoce in Parlamento per dare finalmente risposte serie, in ogni settore, ai problemi irrisolti dell'Italia.
Per chi, come me, è iscritto al M5S, in una posizione a volte critica, l’evento di ieri rappresenta invece una prova di grande coerenza e maturità politica che da tempo non si vedeva nel panorama asfittico e degradato della politica Italiana.
Molte le utili indicazioni emerse, con tanti spunti suscettibili di riflessione ed approfondimento. Tuttavia, si tratta ora di cominciare a tradurli in un progetto ed una concreta proposta programmatica su cui costruire, passo passo, un modello alternativo di Paese. Necessità questa posta anche dal sociologo Masi in uno degli interventi per me più interessanti nel dibattito.
Dovendo sintetizzare i punti essenziali trattati pongo l’accento su alcuni temi fondamentali che, a mio parere, il M5S e la sua base dovrebbero discutere ed inserire nel programma:
-la necessità di maggiori finanziamenti alla ricerca;
-nuove regole per una informazione corretta, non asservita al potere e davvero al servizio dei cittadini( aspetti approfonditi nel dibattito tra Nuzi-Travaglio-Freccero);
- una profonda riforma del sistema della sanità pubblica, che la ponga al riparo dagli interessi delle multinazionali del farmaco ed elimini costi e sprechi inutili;
-un piano organico per una ridistribuzione della ricchezza;
- la definizione di una strategia complessiva contro la corruzione e gli interessi dei gruppi di potere della finanza;
-. una riforma della giustizia diametralmente opposta a quella portata avanti dei governi Berlusconi-Renzi;
-la messa a punto delle fasi per una eventuale uscita dall’euro e del modello economico che si vuol perseguire ( temi questi non affrontati, se non indirettamente, in questo convegno).
In questo quadro, andrebbero anche sanate alcune contraddizioni, ancora presenti nel processo interno di democrazia diretta, presenti su Rousseau ( chiarezza e trasparenza nella gestione, migliore organizzazione e completamento degli strumenti, anche con funzione pedagogica, (forum di pre-discussione, approfondimento, strumenti per il miglioramento anche collettivo delle proposte programmatiche ecc).
La questione centrale però rimane, a mio parere, quella posta da Masi : la elaborazione, col supporto dell’intelligenza collettiva e di intellettuali, non solo del programma ma di un modello complessivo di Paese che si vuole costruire nel futuro.
Sembrerebbe impresa titanica, in realtà, se è vero che la democrazia diretta è in gran parte solo un metodo, non ancora un modello di società e Paese, mi pare sia altrettanto evidente che da esso, procedendo in senso inverso, sia possibile già delinearne alcune linee guida.
Si tratta di partire da alcuni valori base impliciti nel processo di DD e del M5S : come la partecipazione diretta dei cittadini, la crescita della consapevolezza collettiva, il recupero della solidarietà e del senso di comunità, i valori legate all’ onestà ed alla giustizia sociale, per poi sviluppare una idea più strutturata ed un progetto completo da perseguire anche a livello di modello economico, magari operando una sintesi degli aspetti più positivi ed attuali dei modelli Keynesiani e marxiani . Sarebbe un ulteriore grande passo verso la ricostruzione di questo Paese.
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