Dopo molte ironie sui suoi congiuntivi, sul
ragazzotto inesperto ed incapace, alcuni opinionisti, ma anche tanti Italiani,
dovranno ricredersi su Luigi Di Maio. Con abili mosse, da politico scafato, ma
senza l’ipocrisia che spesso lo caratterizza, si sta rivelando, in queste
trattative per la nascita di un governo, un grande leader.
Non solo, è
riuscito a portare il M5s ad essere il primo partito, ma a far emergere, in
questi giorni, standosene tranquillamente al centro della scena, tutte le
contraddizioni sia del centrodestra che del Pd renziano.
Se ne avuta
una riprova soprattutto dopo l’incontro con l’incaricato del Quirinale Roberto
Fico.
Il Pd, che
probabilmente c’era andato per suonare le sue campane e spiazzare il M5s, è
stato in effetti spiazzato dalle sue risposte, nette e chiare, rispetto alle aperture, vere o finte, del
presidente Martina.
Ne è nato un
gran caos mediatico e sui social. Certo molti della stessa base del M5s sono
rimasti sconcertati dalla politica del doppio forno e dalla scelta di cercare
una interlocuzione anche col Pd. Non
hanno compreso che questa era l’unica strategia intelligente per far uscire il
movimento, dal cul de sac dello stallo politico, con ancora il pallino in mano.
Le
dichiarazioni spaventate dei fedelissimi renziani, costretti ad uscire dalla
sala dei popcorn e scendere precipitosamente dall’Aventino, per esprimere tutta
la loro contrarietà al loro stesso segretario, la reazione stizzita di Salvini
ne sono la dimostrazione.
Il leader del
Carroccio, avendo perso l’occasione di fare un governo di cambiamento col M5s
rompendo con Berlusconi, si trova ora costretto a scendere dal Friuli per inseguire anche lui Di Maio, che,
dopo averlo liquidato, ha precisato che, se fallirà anche questo tentativo col
Pd, si dovrà tornare necessariamente al
voto.
Insomma, il
leader del M5s è riuscito a far rimanere col cerino in mano sia Salvini che il
Pd che, a questo punto, saranno costretti a scoprire le loro carte, a fare
delle scelte chiare se non vorranno apparire, agli occhi degli Italiani, come i
responsabili della mancata nascita di un governo.
Un capolavoro
politico innegabile, comunque la si pensi,anche perché, con alcune dichiarazioni
aggiuntive,Di Maio ha scaricato sul
leader del Carroccio la responsabilità della perdita di tempo di questi
giorni.
D’altra parte,
non credo che dalla direzione del Pd,
annunciata dal suo segretario, uscirà, visti i contrasti interni ed i numeri risicati per una maggioranza
stabile, un accordo per un governo col M5s Al massimo, ne verrà fuori l’ennesima frattura tra le
diverse anime di questo partito ormai in crisi profonda.
Più probabilmente ci sarà un tentativo per
rilanciare la palla nel campo pentastellato ponendo altre condizioni
irricevibili che non serviranno comunque a cambiare le cose.
Qualora, a
sorpresa, dovesse uscire invece la disponibilità del Pd ad appoggiare un governo col M5s, Di Maio ha già rassicurato
la sua base, in parte contraria a questa soluzione, che ci sarà una
votazione in merito di tutti gli iscritti.
Non credo che
ce ne sarà bisogno, a mio parere, salvo conversione a u di Salvini con rottura
col Cavaliere, si tornerà presto alle urne, ma, con le ultime sue mosse, Luigi Di Maio ha comunque già seminato il
campo della prossima campagna elettorale.
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